Il saijiki è un’antica raccolta giapponese di parole stagionali, nate per la poesia haiku. Un modo prezioso per insegnare ai bambini a osservare il tempo che cambia, e a raccontarlo con meraviglia.
C’è un tempo che non si misura con l’orologio.
È il tempo dei ciliegi che si aprono piano, del primo canto delle cicale, dei kaki che maturano in ottobre. Un tempo che non corre: si mostra.
In Giappone, esiste una parola per custodire questo tempo sottile: saijiki (歳時記).
Si tratta di un vocabolario poetico delle stagioni, nato per accompagnare la scrittura degli haiku e per tenere traccia delle trasformazioni della natura, osservate ogni giorno. Ma oggi può diventare anche un modo semplice e profondo per aiutare i bambini a notare ciò che accade intorno a loro, a dare un nome ai piccoli mutamenti del mondo, e a raccontarli con stupore.
Che cos’è un saijiki? Una guida stagionale per osservare il mondo
Un saijiki è un’opera letteraria che raccoglie kigo (季語): parole chiave legate a un momento specifico dell’anno.
Queste parole possono indicare piante, animali, fenomeni atmosferici, eventi culturali, attività umane, e ogni voce è solitamente accompagnata da un esempio poetico (haiku) che ne mostra l’uso. Il saijiki non è solo un dizionario: è un calendario emotivo, una mappa per sentire la stagione.
Il primo saijiki conosciuto in Giappone risale al periodo Edo (1603-1868), quando lo haiku diventò una forma poetica autonoma. Uno dei maestri più noti fu Matsuo Bashō, che contribuì a definire l’importanza del kigo come elemento essenziale del verso.
Col tempo, nacquero saijiki dedicati alle quattro stagioni, con edizioni ampliate nel Novecento, usate sia da poeti che da appassionati della natura.
Osservare le stagioni con i bambini: un gioco poetico
Creare un piccolo saijiki in famiglia è un’attività semplice e preziosa. Si può fare in ogni stagione, trasformando passeggiate, letture o giornate di pioggia in occasioni per raccogliere parole e immagini.
Ecco qualche proposta:
- Crea un “quaderno delle stagioni”
Usa un taccuino da compilare insieme, dividendo le pagine in primavera, estate, autunno e inverno. In ogni sezione si annotano:
- 3 cose che vediamo (un fiore, una nuvola, un insetto),
- 3 cose che sentiamo (un odore, un suono, una sensazione),
- 1 parola nuova da imparare (in italiano o in giapponese).
- Scrivi piccoli haiku illustrati
Dopo aver raccolto parole e immagini, prova a comporre con i bambini brevi poesie da 3 versi (5-7-5 sillabe). Anche senza contare le sillabe, l’importante è imparare a dire tanto con poco.
Ecco un esempio tradizionale da leggere insieme:
vola una farfalla:
finita la cena,
visita il tempio
– Kobayashi Issa, da Haiku scelti (La Vita Felice)
- Caccia fotografica stagionale
Durante una gita o in giardino, fate foto di dettagli che raccontano la stagione: il colore di una foglia, il riflesso del sole, una pozzanghera. Ritagliatele e attaccatele nel saijiki di famiglia, accanto alle parole.
Un ponte tra natura, emozioni e memoria
Insegnare ai bambini a nominare ciò che cambia, fuori e dentro di loro, è un dono che dura nel tempo. Il saijiki diventa così un modo di sentire e non solo un esercizio di scrittura.
Ogni parola che raccolgono diventa una piccola lente sul mondo, un invito a rallentare e a osservare. In un’epoca in cui il tempo sembra scorrere tutto uguale, riscoprire il ritmo lento delle stagioni è un atto di cura – per sé, per la lingua, per la Terra.
E chissà, forse in quel piccolo quaderno nascerà anche il primo haiku che porteranno con sé per sempre.