Ogni estate, in Giappone, prende forma un’usanza antica fatta di piccoli doni e parole cortesi: si chiama Chūgen (中元) ed è una tradizione che invita a ringraziare con gesti discreti ma profondi.
Tra fine luglio e inizio agosto, le famiglie, i colleghi e gli amici si scambiano segni di gratitudine – ochūgen – per riconoscere chi è stato importante durante l’anno.
Questa pratica, che affonda le radici nel calendario lunare e nelle cerimonie buddhiste, oggi si rinnova con delicatezza e può diventare anche un’occasione educativa per insegnare ai più piccoli il valore della riconoscenza.
In questo articolo scopriamo le origini del Chūgen, il suo significato nella cultura giapponese e alcune attività ispirate per condividerne lo spirito in famiglia.
Origini del Chūgen
Le origini del Chūgen affondano nel calendario lunare cinese, in cui si distinguono tre momenti dell’anno detti san gen (三元). Il Chūgen era il “secondo gen”, legato al quindicesimo giorno del settimo mese, e in origine aveva un carattere rituale: in Giappone si fonde con i culti buddhisti e taoisti e si collega alla commemorazione degli spiriti degli antenati, in un periodo che precede di poco l’Obon, festa dedicata alla memoria familiare.
A partire dal periodo Edo (1603-1868), però, questa ricorrenza prende anche un significato sociale: diventa consuetudine offrire piccoli ochūgen (お中元), ovvero doni estivi, per ringraziare colleghi, clienti, maestri e persone care per il sostegno ricevuto nei mesi precedenti.
Il gesto è misurato, sobrio, ma denso di significato. Non conta il valore materiale del dono, ma l’intenzione e la forma con cui viene offerto.
Si prediligono oggetti utili e curati: tè pregiati, dolci stagionali, saponi, beni alimentari confezionati con eleganza. La confezione stessa diventa parte del messaggio: la carta, la calligrafia, il biglietto allegato sono elementi che parlano di rispetto e presenza. Spesso si accompagna il regalo con una frase formale ma gentile, come itsumo osewa ni natte orimasu – “La ringrazio per il sostegno costante” – che rappresenta uno dei modi più tipici e sentiti per esprimere riconoscenza nella cultura giapponese.
Nonostante l’apparente formalità, il Chūgen è prima di tutto un rito della cura, che può essere reinterpretato anche in ambito familiare.
È possibile trasmetterne il senso ai più piccoli attraverso gesti semplici e attività creative, che aiutano bambine e bambini a riconoscere il valore della gentilezza e della gratitudine. Preparare insieme un dono, pensare a qualcuno a cui dire grazie, scrivere parole affettuose: sono tutte azioni che li aiutano a guardarsi attorno con attenzione e affetto. Si può partire da un disegno fatto a mano, una cartolina illustrata, un biscotto preparato insieme o una scatolina delle attenzioni, riempita con oggetti simbolici raccolti con cura: una foglia, un origami, un piccolo fiore di carta, una frase gentile scritta con l’aiuto di un adulto.
Ecco alcune attività ispirate al Chūgen che puoi proporre ai bambini:
- Crea un dono fatto a mano: anche un semplice segnalibro o un ventaglio di carta può diventare un pensiero prezioso se creato con intenzione.
- Scrivi un biglietto di ringraziamento: aiutali a trovare le parole per esprimere gratitudine, anche solo con una frase breve e sincera.
- Prepara una scatola delle attenzioni: inserite insieme oggetti raccolti nei giorni precedenti, ognuno con un significato da spiegare a chi lo riceverà.
- Aggiungi un tocco giapponese: un origami, una bustina di tè decorata, un dolcetto ispirato alla cultura nipponica.
Il dono può così trasformarsi in un piccolo racconto.
Nel gesto del Chūgen c’è una lezione preziosa: non occorre attendere occasioni straordinarie per dire grazie, né servono regali importanti.
A volte basta una parola scritta con cura, un piccolo oggetto fatto a mano, un pensiero condiviso per riconoscere ciò che ci unisce.
Insegnare questo ai bambini significa offrire loro un modo diverso di abitare le relazioni: con lentezza, presenza, e un’attenzione autentica per gli altri.